sabato 18 aprile 2015

Leggendo "La Carte et le territoire"

Quell'incrocio tra rue d'Assas e rue Vavin è un punto fermo della mia topografia anni Ottanta. A pochi metri (rue Vavin) si trovava il primo videoclub che frequentai, all'epoca ce n'erano pochissimi, una mezz'ora buona a piedi dal ciglio di Montparnasse, sul punto di diventare "Duroc": esisterà ancora, quel no man's land chiamato "Duroc"? e quel cinema storico, chiaramente una sala di teatro ottocentesco, dove rividi bambino, a colori, tutti i Jerry Lewis adorati pochi mesi prima a Roma sulla tv in bianco e nero? (Perché già allora non mi facevano più ridere? perché a quarant'anni, mostrandoli a mia figlia, mi fecero ridere di nuovo? E mi fecero ridere come una volta? O diversamente?) Come si chiamava? Le Ranelagh? Ma no, quello era dall'altra parte della città, all'epoca la padroneggiavo tutta, quell'immensa metropoli; poi qualche anno fa scoprii che non era affatto immensa; era piccolissima. È vero, te lo garantisco, Parigi è molto piccola, tranne il quindicesimo arrondissement che ha dimensioni variabili e infernali, ma quando feci questa scoperta, quando scoprii che il quindicesimo era infinitamente più grande di Parigi, non padroneggiavo più neppure il mio spazzolino da denti. Anche Le Dingue du palace era a colori, in quel cinema ("Les Ursulines"? macché). No, non è vero, The Bellboy l'ho scoperto con mia figlia pochi anni fa senza poterglielo spiegare, io ai bambini posso insegnare il cinema, non la lineare A.
Avrò avuto undici anni, al massimo dodici. È in quel negozietto che recuperai tutto Romero, Non aprite quella porta, The Toxic Avenger e tutto il peggiore orrore trash che puoi immaginare (ma anche Rohmer, Godard, La furia umana di Walsh, Buñuel, qualsiasi cosa mi capitasse a tiro). Mia madre mi lasciava prendere tutto, solo un film era verboten: Cane di paglia di Peckinpah. Ovviamente lo presi alla prima occasione buona, mentre lei era in viaggio.
A rue d'Assas invece c'era quel palazzo demente in mattoni rossi davanti al quale si siede il protagonista del romanzo di Houellebecq. Pochi anni dopo ci andai con Bohdan Paczowski, voleva fotografarla, non ricordo più perché. Ricordo (ma forse sbaglio) che era notte. Voleva fotografarla di notte? E perché?






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